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SHIVA KESHAVAN | ARETINO DI MANALI | ATLETA

"Una vittoria è andare oltre le barriere

che ci poniamo: superandole ci accorgiamo che possiamo mirare più in alto"

ph credits Nishant Shukla per GQ

Ho incontrato per la prima volta Shiva Keshavan (Manali, India -1981, vive fra Arezzo e il resto del mondo) e la sua splendida moglie Namita circa un anno e mezzo fa. La loro storia, che apparentemente arriva da molto lontano, in realtà ha profonde radici ad Arezzo. Shiva è figlio di madre aretina DOC e padre indiano ed è cresciuto fra Manali e Arezzo, dove tutt’ora risiede con la moglie e la figlia Arianna, pur continuando a girare il mondo. Durante l’anno, specialmente in inverno, si allena e partecipa a competizioni fra Giappone, Stati Uniti, nord Europa -dove si trovano le piste per slittino omologate per gare internazionali- e l’India, dove risiede la sua bandiera. In un bellissimo video che ho potuto vedere in anteprima sebbene non sia ancora pubblico, la voce di Shiva racconta varie tappe della sua esperienza rincorrendo il suo sogno, mentre le immagini che passano lo ritraggono in diversi momenti dell’allenamento, mentre fa running nel suo paese con l’Hymalaya di sfondo ad un’altitudine di 2500 metri sopra il livello del mare, fra paesaggi senza tempo, o nella velocità della pista. Background noise del filmato è il battito cardiaco. Un sogno, un progetto iniziato per caso e una grande tenacia per superare tutti gli ostacoli –materiali, logistici ed economici- che questa disciplina gli richiedono.

E’ così che mi sono appassionata a questa storia, ascoltando e vedendo immagini di rara intensità e bellezza e, dopo oltre un anno di scambi e racconti con Namita (che dopo la Laurea in Economics and Political Science a Londra è oggi manager del marito) ed occasioni in cui Shiva mi ha raccontato momenti della sua storia, fra diversi chai-tea e le immagini di Manali, il risultato è una sorta di viaggio nel tempo e nello spazio, per mezzo di una disciplina non proprio popular che fa bene riscoprire (nel video di Keshavan passa questa frase: “Of the three olympic sliding sports ludge is the fastest and the most dangerous”), con un protagonista che percorre da solo (o quasi) il suo cammino per tenere comunque alta la sua bandiera, il suo orgoglio e i suoi risultati.

Riordino i miei appunti presi su un piccolo quaderno di Haryana a fogli colorati e mentre scrivo l’intro di questa storia l’audio del video richiama la mia attenzione con le parole di Shiva “My mission is to never give up” e Namita aggiunge “If you have a dream you have to protect it”.

"Mi considero un cittadino del mondo e spero in un futuro in cui non esistono più barriere tra paesi"

Pratichi una specialità sportiva molto particolare, lo slittino, che presuppone un mezzo e un luogo specifico, oltre ad un abbigliamento di sicurezza. Come sei entrato in contatto con questa disciplina che, diversamente da altri sport più popolari, non è molto pubblicizzata dai media e come hai capito che poteva essere il tuo futuro?

Sono entrato in contatto con questo sport in un ‘talent scout’ in un campeggio ricerca talenti organizzato da un ex campione del mondo di slittino da corsa nel 1996. Al tempo neanche sapevo cosa fosse questo sport. Comunque mi piacque molto e decisi di seguire la mia passione.



Shiva con la moglie Namita



Sei nato in India da padre indiano e madre aretina, sei cresciuto fra Manali e Arezzo, hai studiato a Solan (India) e hai conseguito la laurea in Relazioni Internazionali all’Università di Firenze. Attualmente sei di base ad Arezzo con la tua famiglia (la moglie Namita e la figlia Arianna), ma durante l’anno viaggi in tutto il mondo per allenarti e partecipare a competizioni internazionali. Come si sente Shiva Keshavan: italiano o indiano, oltre al fatto che parli perfettamente italiano, inglese e hindi?

Lo sport mi ha aiutato a viaggiare nel mondo da solo sin da piccolo e scoprire non solo le mie radici italiane ma anche rapportarmi con diverse culture e riscoprire me stesso. Mi considero un cittadino del mondo e spero in un futuro in cui non esistono più barriere tra paesi.


"Vorrei anche poter contribuire allo sviluppo della mia zona

attraverso lo sport"

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Nel 2002 ti è stato proposto di rappresentare l’Italia alle Olimpiadi, ma hai rifiutato e nel 2014 ti sei presentato alle Olimpiadi Invernali di Sochi come ‘partecipante olimpionico indipendente’, perché l’Associazione Olimpionica Indiana non era stata ammessa. Solo in seguito, quando durante le stesse olimpiadi è stata riammessa e hai partecipato con la bandiera indiana, che hai rappresentato per ben cinque Olimpiadi, oltre ad aver vinto diverse medaglie anche in altre competizioni internazionali, come l’Asia Cup a Nagano in Giappone. Qual è la tua posizione attualmente?

[if !supportEmptyParas] Rappresentare l’India significa molto di più per me che essere sotto una bandiera. E’ il paese in cui sono nato, cresciuto e ho scoperto lo slittino. Vorrei anche poter contribuire allo sviluppo della mia zona attraverso lo sport. Ho Appena vinto i Campionati Asiatici, che è un primato per L’india, a livello mondiale i miei risultati migliori sono un 14esimo posto nella coppa delle nazioni e un 25esimo posto nelle Olimpiadi di Torino.



still da video



In un certo senso, sei un pioniere di questa disciplina in India. Stai portando avanti una campagna di promozione degli sport invernali in India e nel 2009 hai reso possibile la realizzazione di un campo di allenamento per giovani atleti. Hai girato anche un video di sensibilizzazione alla causa in cui parli della tua passione, della disciplina che pratichi e del valore della speranza in un contesto che non favorisce grandi possibilità di sbocco. Quali difficoltà incontri a praticare questa disciplina in modo professionale, visto che l’India non ti supporta economicamente e devi sostenerne tutti i costi?

I finanziamenti sono sicuramente un ostacolo importante. L’India è un paese ancora in via di sviluppo e lo sport non è promosso o seguito quanto in Italia. Comunque le cose stanno cambiando. L’importante è avere passione, penso che renda di più del guadagno puramente economico.




"Il pericolo ti porta a vivere e vedere l’istante con molta lucidità,

tanto che ti sembra di rallentare il tempo"

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Parliamo di uno sport molto pericoloso, praticato utilizzando uno slittino realizzato in legno e fibra di vetro, del peso di circa 23 chili, che si muove a velocità fino a 150 Km/h in una superficie di ghiaccio. Tu stai sdraiato sulla schiena con i piedi puntati sulla parte anteriore del mezzo e completi un percorso di circa 1,5 Km come in una montagna russa. Cosa ti passa per la testa in quei minuti di performance? Quale brivido si prova in quel tratto di pura velocità e adrenalina?

All’inizio della mia carriera l’adrenalina e i brividi erano forse le emozioni più importanti. Adesso è un po’ diverso perché la concentrazione e la ricerca della perfezione danno uno stato d’animo più meditativo e cosciente. Il pericolo, appunto, ti porta a vivere e vedere l’istante con molta lucidità, tanto che ti sembra di rallentare il tempo.

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In cosa consiste il tuo allenamento durante l’anno e in base alle stagioni? Devi seguire uno stile di vita rigido?

[if !supportEmptyParas] Essendo uno sport stagionale sono in giro per allenamenti e gare sul circuito mondiale per tutto l’inverno. D’estate ho molto più tempo libero ma c’è la preparazione atletica e anche lo sviluppo di componenti tecnologici nuovi per la slitta. Essendo uno sport tecnico lo stile di vita è forse più tranquillo che per gli sport puramente fisici.


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"Qualsiasi allenamento è più efficace in altitudine"

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Nel tuo paese, in India, l’altitudine di oltre 2.500 m.s.l.m. influisce nella preparazione fisica?

Assolutamente sì. Ci sono squadre che spendono molto denaro per allenarsi in camere pressurizzate, ma per me è lo standard quotidiano. Qualsiasi allenamento è più efficace in altitudine.




still da video

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Cosa ti manca dell’India e cosa ti manca dell’Italia quando ne sei lontano?

Quando sono in Italia mi mancano la libertà e la spiritualità che si vive in India. Quando sono in India invece mi mancano la vita sociale, il divertimento e la bellezza dell’Italia! Oltre a queste ci sono sempre gli amici e la famiglia che devo lasciare dietro quando viaggio tra i miei due paesi.




"Durante i miei viaggi ho scoperto molte differenze tra popoli e paesi,

ma sotto la superficie siamo tutti molto più simili di quanto sembra"

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Il percorso di ghiaccio per lo slittino non è un comune campo sportivo e non ce ne sono molti al mondo. Come ti muovi fra Asia, Europa e Stati Uniti e quali differenze incontri nei vari paesi?

Ci sono venti piste omologate per gare internazionali di slittino e tutti sono nell’emisfero del nord. Durante i miei viaggi ho scoperto molte differenze tra popoli e paesi, ma sotto la superficie siamo tutti molto più simili di quanto sembra.

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[if !supportEmptyParas]Perché hai deciso di mantenere la base ad Arezzo piuttosto che in altre parti del mondo, come in Giappone o gli Stati Uniti?

L’Italia è uno paese che permette uno stile di vita più bello per i miei gusti. Se dovessi scegliere tre paesi preferiti sono Italia, India e Giappone.

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ph credits Nishant Shukla per GQ

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La disciplina che pratichi è molto competitiva, si gioca tutto in secondi, a volte decimi di secondi. Come affronti l’ansia e quale tipo di approccio è necessario in questa specialità?

Secondo me la gara più importante è quella contro se stessi. Quando si è convinti di aver fatto del nostro meglio bisogna imparare ad accettare il risultato qualunque sia e continuare il miglioramento di sé.

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Cosa suggerisci ai giovani atleti che si affacciano al mondo dello sport professionale e hanno il sogno di realizzarsi in una disciplina olimpica?

Credere in se stessi, dedizione, determinazione e fiducia in se stessi sono le qualità più importanti.




"La vittoria è un traguardo, è un punto di riferimento e

una conferma delle scelte fatte"[endif]

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Cosa nasce da una sconfitta? Da dove ripartire quando non si ottengono i risultati sperati anche quando ci si è allenati duramente e si è dato il massimo?

La vittoria o il successo non sono altro che il superamento di molte sconfitte, quindi è più importante l’esperienza di una sconfitta che una vittoria per crescere come persone. Penso che sia molto importante vedere il quadro generale per non rimanere delusi con piccole cose. Ci sono molti modi per misurare il successo e la misura non è uguale per tutti. C'è una bellissima frase di Pierre de Coubertain, il fondatore delle olimpiadi: “La cosa più importante nei giochi olimpionici non è vincere, ma partecipare; la cosa essenziale nella vita non è conquistare, ma combattere bene. La cosa importante nella vita non è quello di trionfare, ma di competere.”



still da video


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Cosa nasce da una vittoria?

La vittoria è un traguardo, è un punto di riferimento e una conferma delle scelte fatte. Per me una vittoria è andare oltre le barriere che ci poniamo: superandole ci accorgiamo che possiamo mirare più in alto. E’ una ricerca continua, ma bisogna ance accontentarsi e goderci il panorama ogni tanto.

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Il tuo motto?

Non arrenderti mai.




Chi è Shiva Keshavan

Manali, 25 August 1981

Youngest ever Luge olympian

Asian speed record: 10 x asian titles, 5 x olympian

20 years representing India

President of the Olympians Association of India

Nomenee Arjuna & Parashram Awards

Forthcoming: PyeongChang 2018



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