ADRIANO NICCHI | ARETINO DI AREZZO | PUGILE
- Testi di Francesca Meli Balbocchino
- 24 giu 2016
- Tempo di lettura: 9 min
"Non sono le parole a darti emozioni positive o negative, ma i gesti… le parole brutte te le fai scivolare addosso, mentre la parola piu bella è vedere le persone che piangono di felicità per te"

Abbiamo incontrato il boxer Adriano Nicchi circa tre mesi fa, tornato ad allenarsi dopo che un periodo di cure al cortisone lo ha allontanato dal ring per un po’. Facendo un’introduzione a ritroso, preciso che alla fine della sessione fotografica per ritrarlo durante il suo allenamento, io e Ilaria (Ilaria Boncompagni, fotografa freelance nata ad Arezzo che vive e lavora a Milano, ha scattato i ritratti di Adriano presenti in questo pezzo) ci siamo ritrovate a saltare la corda, abbastanza frustrate visto che è una pratica molto faticosa che richiede agilità e concentrazione, oltre che una buona coordinazione.
La palestra dove Adriano Nicchi si allena è la stessa dove lui, suo fratello Aldo e suo padre Santi trascorrono buona parte della loro giornata, e della loro vita se vogliamo, perché in quello spazio di via Leone Leoni ad Arezzo si realizza tutta la preparazione di Adriano e dei suoi allievi. E’ una seconda casa per la famiglia Nicchi, mamma compresa, e un punto di riferimento per chi ha scelto di credere in loro. Atmosfera da Tana delle Tigri (ben conosciuta da chi è cresciuto negli anni ’80 e faceva merenda con L'Uomo Tigre) per due biondine abituate allo yoga o al running. Basta un attimo però per immergersi in quel mondo sconosciuto quanto affascinante: lo schieramento di guantoni disposti a coppie sulla parete di destra, il ring in fondo a sinistra e, sulla stessa traiettoria, la fila di sacchi che oscillano appesi al soffitto. Adriano Nicchi ci sta aspettando. Si sta preparando all’allenamento come ogni mattina e, come da rituale, inizia la fasciatura delle mani. Ci racconta chi è Adriano fuori dal ring e quali sono i suoi valori nella boxe. Ci spiega che per un pugile non proprio tutto è condiviso e condivisibile col pubblico spettatore, ma che proprio quel pubblico è il valore aggiunto per il quale si trova la forza di non mollare durante un combattimento e la motivazione per continuare a crederci incontro dopo incontro.
Combino immagini e testi mentre ascolto This Is Your Life (The Dust Brothers, 1999) direttamente da Fight Club.
La boxe come stile di vita e la palestra come seconda casa: quando hai capito di voler intraprendere la carriera del pugile? E quali ostacoli hai dovuto superare, visto che inizialmente tuo padre non era d’accordo?
Lo sport fa parte della mia vita (ndr gli si illuminano gli occhi), è l’ultimo pensiero quando vado a dormire e il primo quando mi sveglio. Non c’è stato un momento esatto in cui ho scelto di intraprendere questa carriera, perché ci sono nato ed è venuto tutto naturale… Inizialmente mio padre ha cercato di farmi praticare altri sport, ma sia io che mio fratello ricadevamo sempre nella boxe, dove il nostro punto di riferimento era proprio il nostro babbo Santi che tutti hanno sempre chiamato “campione” (Santi Nicchi ha ottenuto il titolo di campione italiano nel 1953). Per me era ed è il mio idolo.
"il bello di questo sport è anche la sofferenza"
Tuo padre e tuo fratello Aldo condividono con te questa esperienza da sempre, mentre tua madre ancora si copre gli occhi quando gli incontri si fanno “pesanti” e la tua compagna pratica come te la boxe: che valore hanno la tua famiglia e i tuoi legami quando combatti e sul ring sei tu solo contro il tuo avversario?
Si, la mia famiglia mi segue molto e senza loro sarebbe molto più dura! Siamo nati come società familiare con tante lotte e fatiche, ma tantissime soddisfazioni. La mamma è sempre la mamma! Si sa che non mi vorrebbe mai vedere soffrire, ma il bello di questo sport è anche la sofferenza, può sembrare stupido da dire… Anche la mia ragazza Daniela Salio (nata a Vico Equenze in provincia di Napoli nel 1984, vive ad Arezzo ed è insegnante di danza del ventre) pratica la boxe, ma io non sono molto favorevole, proprio perché è una ragazza (ndr enfatizza come per dire “la mia ragazza”) ed è giusto che non si sciupi, anche se oggi il pugilato femminile funziona davvero molto bene ed e’ ben tutelato.

Il valore della vittoria e quello della sconfitta: cosa scaturisce dall’una e dall’altra? Come agiscono sul corpo e sulla mente?
Bella domanda! Sia la vittoria che la sconfitta son due grandissime emozioni: quando vinci sai che sei riuscito a raggiungere l’obiettivo e a dare soddisfazioni al tuo pubblico, mentre con la sconfitta senti che hai fallito per te e per il tuo pubblico, ma hai l’emozione di voler ricombattere per dimostrare i tuoi valori.
Mani fratturate, ferite e colpi che lasciano il segno. Cos’è il corpo del boxer alla fine dell’incontro e nei giorni seguenti? In cosa consiste il recupero e quanto tempo occorre per tornare a combattere?
Non è detto che alla fine di ogni incontro ci siano traumi, anche se è molto probabile. Non c’è un tempo minimo o massimo di recupero, quello che è certo è che ci vuole il recupero anche solo mentale.
"quando vinci sai che sei riuscito a raggiungere l’obiettivo e a dare soddisfazioni al tuo pubblico, mentre con la sconfitta senti che hai fallito per te e per il tuo pubblico, ma hai l’emozione di voler ricombattere per dimostrare i tuoi valori"
Come ti alleni e che stile di vita devi tenere per mantenerti in forma? Ti piace goderti la vita, il buon cibo, andare in moto… questo si concilia con il rigore di una disciplina come la boxe, in cui il corpo sano è fondamentale?
La bella vita e il divertimento credo che piacciano a tutti, ma sappiamo bene che specialmente un atleta deve avere molti riguardi. Se lo fai con passione e amore non sono sacrifici, ma impegni di vita. Io amo lo sci, amo il mare, amo la montagna e la moto: penso che “usando la testa” si può fare tutto, come salire sul ring…
Hai un buon rapporto con i ragazzi che alleni e questo presuppone una forte empatia che ti permette di conoscere bene chi hai di fronte. Spesso si parla di boxe, oltre che come disciplina sportiva, anche come “luogo” di recupero di ragazzi persi o che rischiano di perdersi. Cosa ne pensi, la boxe ha davvero un ruolo importante in alcuni casi di sbandamento? Come può agire in certi soggetti?
Ho un ottimo rapporto con i ragazzi perché sono il primo a sapere quello che pensano e le emozioni che possono provare, visto che le ho provate sulla mia pelle. La boxe è un ottimo ingrediente per migliorare la qualità della vita di una persona, perché è un ottimo anti-stress e un incanalatore di rabbia: la cosa importante è non perdere mai gli obiettivi di vita!

Affermi che il boxer non è un violento a priori, ma che piuttosto si tratta di colui che riesce ad incanalare la sua energia nel combattimento e che quindi non disperde diversamente le sue forze. Però i boxer non sono tutti così disciplinati e, ad esempio a Barcellona (ndr ne abbiamo parlato guardando il tuo incontro con Javier Garcia Roche del dicembre 2013) -come in altre città internazionali-, esiste un mondo parallelo alla boxe ufficiale fatta di combattimenti clandestini, di violenza pura, senza regole, fatta probabilemnte di denaro facile e malavita. Cosa pensi di questo lato oscuro e quali effetti può avere sulla visione che la società ha del pugilato?
Come in tutte le cose c’è il buono e il cattivo, speriamo sempre che ci sia più il buono del cattivo e che il cattivo entri nella buona strada. Quella a Barcellona è stata una grandissima esperienza che augurerei a tutti di vivere, perché vivere queste emozioni non è da tutti i giorni e forse neppure di una vita intera! Ti fanno crescere molto. Comunque in Italia c’è ancora molto da crescere in questo senso e chi ha girato ring internazionali lo può dire ad alta voce.
"un pugile solo per nome appena esce dall’Italia non vale più niente"
La boxe in Italia: perché un pugile che porta nel mondo il nome del suo paese non ne ha in effetti il supporto materiale? Intendo dire, perché deve autofinanziarsi, autosostenersi, autoformarsi, mentre negli altri paesi nel mondo ci sono maggiori disponibilità e interesse a promuovere e sponsorizzare un campione a livello internazionale? Come si traduce nella realtà delle cose il confronto fra un pugile italiano e un pugile di altri paesi? Quali sono gli svantaggi e cosa si potrebbe fare per cambiare questo divario?
Il primo passo sarebbe non creare “pugili finti” con cinture prese solo per nomea: un pugile solo per nome appena esce dall’Italia non vale più niente. C’è troppa falsità sul vero pugilato italiano che nemmeno più le tv vogliono seguire: questo è un grandissimo trauma per la boxe! E la cosa brutta è che tutti i campioni che sono in Italia sanno dentro di sé che non sono dei campioni…
Ci vuole grande motivazione e una salda concentrazione per affrontare un combattimento. Il corpo e la mente diventano indispensabili l’uno per l’altra. E’ fondamentale che ci sia equilibrio, ma ad un certo punto durante la sfida possono entrare in conflitto, fra il desiderio di fermarsi e la tenacia di non mollare. Cosa accade davvero in quei momenti?
In quei momenti diventi incosciente e lo realizzi sola alla fine dell’incontro. Nel momento sai solo che non devi mollare, per te e per il tuo pubblico che ti stima e ti dà la forza per andare avanti. La cosa importante è uscirne sempre a testa alta…
"i pugili sono tutti belli, dal momento che salgono sopra quel quadrato"
Piano B se non avessi fatto il pugile?
Bella anche questa domanda, perché non me la sono mai posta! Ciò di cui sono sicuro è che non sarei rimasto con le mani in mano… (ndr sorride).
Il modello di boxer a cui ti ispiri?
Non ho un modello unico perchè ogni pugile ha il suo fascino e il suo stile… i pugili sono tutti belli, dal momento che salgono sopra quel quadrato!
Le parole che non avresti mai voluto sentirti dire e quelle che invece avresti voluto sentire riguardo alla tua carriera di pugile. E quelle che invece ti hanno detto e che non dimenticherai mai per l’effetto positivo che hanno avuto in te.
Non sono le parole che a darti emozioni positive o negative, ma i gesti… le parole brutte te le fai scivolare addosso, mentre la parola piu bella è vedere le persone che piangono di felicità per te.

Torniamo alla tua ragazza e la boxe: dici che il fatto che anche lei la pratichi ti turba un po’, provoca in te sentimenti contrastanti, perché consideri il fatto che possa farsi male, portare il segno dei colpi accusati, visto che quando si combatte se ne danno tanti e se ne ricevono altrettanti. In fondo, essere sul ring e stare fuori, agli angoli, cambia completamente la percezione delle cose?
Vedere che prende dei colpi non è piacevole, vedere che reagisce è un piacere! Poi se è qualcosa che a lei piace è giusto che la faccia. E so che è cosciente di ciò che fa…
"se vuoi fare la boxe, si tratta di una sfida con te stesso, ma è una sfida sana"
La boxe è metaforicamente come la vita. E’ necessario porsi degli obiettivi, conoscere i propri limiti, cercare di superarli e impegnarsi duramente per avere dei risultati. Qual è il tuo credo, il motto che ti rappresenta? E cosa vorresti dire a chi pensa di intraprendere la tua strada o comunque un percorso così fuori dagli schemi?
Niente è fuori dagli schemi perché quello che fai con passione e con il cuore è tutto lecito. Quello che vorrei trasmettere è che si deve fare quello che si sente. E che se vuoi fare la boxe, si tratta di una sfida con te stesso, ma è una sfida sana.
“Se c'è una magia nella boxe è la magia di combattere battaglie al di là di ogni sopportazione, al di là di costole incrinate, reni fatti a pezzi e retine distaccate. È la magia di rischiare tutto per realizzare un sogno che nessuno vede tranne te” (Million Dollar Baby). Parliamo di sogni: come si realizza un sogno?
Non è cosi tragica, che uno si rompe tutto, ma sicuramente ci sono dei traumi… per tutte le cose belle e per i sogni ci sono dei rischi: dico solo che più grande è il rischio e più è grande la soddisfazione, perché le sfide che sembrano impossibili sono le più belle! L’ importante è crederci sempre e non mollare mai.
CHI E' ADRIANO NICCHI
Nato ad Arezzo il 29 agosto 1980, è pugile professionista tre volte campione italiano Superwelter.
Campione Italiano Novizi B anno 1997 02 / 11 / 1997 Agerola ( Napoli ) Campione Italiano dilettanti III serie anno 1998 21 / 06 / 1998 Spotorno ( Savona ) Campione Italiano dilettanti II serie anno 2001 14 / 10 / 2001 Reggio Calabria PROFESSIONISTA CAMPIONE INTERCONTINENTALE W.B.F. 2008-07-09 Roberto Oliveira de Jesus Subbiano Toscana Italy W PER TKO 3° ROUND CAMPIONE INTERNAZIONALE W.B.F. 2009-10-16 Cristiano Bonacci San Valentino Torio Campania Italy W TKO 7° ROUND CAMPIONE ITALIANO I.B.F. 2010-11-12 Francesco Di Fiore Palasport Fabrizio Meoni Castiglion Fiorentino Toscana Italy W 10 ROUND